Il Castello dei Ventimiglia di Castelbuono, nasce come residenza nobiliare, senza particolari finalità strategiche (come per la maggior parte delle fortezze siciliane), data la sua posizione geografica a valle. Oggi è sede del Museo civico, nelle cui sale vengono allestite mostre temporanee e sezioni permanenti dedicate all’archeologia, all’arte sacra e ai dipinti.
UN PO’ DI STORIA
Una prima costruzione del Castello, risale al 1316, ad opera di Fancesco I Ventimiglia, che lo fece innalzare proprio sul colle di San Pietro d’Ypsigro, conferendogli l’appellativo di “Castello del buon aere”, da cui prende nome il comune di Castelbuono.
Devo però specificare che l’edificio attuale è il risultato di diversi rifacimenti, che rendono difficile identificare il suo aspetto originale; infatti nel complesso è possibile notare un miscuglio di almeno 3 stili architettonici differenti: la forma a “cubo” richiama l’architettura araba, le “torri quadrate” rispecchiano l’architettura normanna, mentre la “torre tondeggiante” esprime moduli di architettura sveva.
Il Castello possedeva anche una “merlatura ghibellina” detta a “coda di rondine”, che venne demolita completamente nel 1820, a causa del terremoto che colpì le Madonie, e Castelbuono in particolare.
Di grande fascino sono: la galleria sotterranea che comunicava con la chiesa di S.Francesco, del 1322; le scalette segrete scoperte nello spessore dei grandi muri, che univano i vari piani; le stanze a pianterreno e nel sottosuolo, che servivano da anguste celle per i condannati per reati gravi, e ambienti comuni per i reclusi accusati di reati minori.
Le ricche sale al suo interno, conservano ancora meravigliosi soffitti a cassettoni scolpiti e decorati, e finestre e portali di stile gotico. Di particolare interesse artistico è il soffitto quattrocentesco della “Sala Magna” decorato con figure chimeriche variopinte, poggiante su “mensole” finemente intagliate.
DA NON PERDERE è la Cappella Palatina, il cui interno è interamente rivestito di stucchi, opera dei fratelli Giuseppe e Giacomo Serpotta. Vi sono raffigurate figure umane virili, putti, angeli, elementi floreali sacri e mitologici, con una varietà di stile che va dal quello più arcaico pesante di Giuseppe, a quello più agile e realistico di Giacomo.
Inoltre, all’interno della Cappella, si trova un’urna che custodisce la reliquia del teschio di Sant’Anna, patrona di Castelbuono, e che funge da piedistallo al mezzobusto scultoreo d’argento della Santa (1521). L’artistico “Coro” ligneo è opera dello scultore Castelbuonese Domenico Coco (1760).
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