Sono stata a Catania di recente per un colloquio di lavoro (andato male, per fortuna vostra…) e la prima cosa che ho visitato è stato il Duomo che si trova esattamente sul lato est della omonima piazza, contornato da un recinto marmoreo ornato di statue.
È dedicato a Sant’Agata, la santa, vergine e martire, patrona del capoluogo siciliano. In separata sede vi racconterò la sua storia!
La Chiesa è stata più volte distrutta e riedificata dopo i terremoti e le eruzioni vulcaniche che si sono susseguite nel corso dei secoli; venne distrutta quasi completamente durante il terremoto del 1693.
Venne edificata inizialmente tra gli anni 1078-1093, sopra le rovine delle Terme Achilliane risalenti al periodo romano, per volere del conte Ruggero, con funzione di “ecclesia munita” (cioè fortificata). Oggi della costruzione normanna rimangono integri il corpo dell’alto transetto, affiancato da due torroni mozzi, e le tre absidi semicircolari, visibili dal cortile dell’Arcivescovado, sono composte da grossi blocchi di pietra lavica.
Seguite la mia descrizione guardando la figura alla vostra destra per meglio visualizzare quanto dirò a seguire. L’esterno è a tre ordini compositi in stile corinzio. Il primo ordine è costituito da sei colonne di granito di fattura antica provenienti forse dal Teatro Romano. Il secondo ordine ha anch’esso sei colonne grandi e due piccole poste ai lati dell’ampio finestrone centrale.
Il terzo consta solo di quattro piccole colonne e termina con la punta rivolta verso l’alto. I primi due ordini sono adornati con statue marmoree di sant’Agata. La Santa, ancora al centro sopra la porta centrale, vede alla sua destra sant’Euplio e san Berillo a sua sinistra.
Il portone principale di legno è costituito da trentadue formelle, finemente scolpite, illustranti episodi della vita e del martirio di sant’Agata, gli stemmi di diversi papi e alcuni simboli della cristianità. Ai lati della porta centrale, su due alti supporti, sono poste le statue di marmo di san Pietro e san Paolo.
La cupola, posta sopra l’abside, costruita nell’ultimo decennio del XVIII secolo, è munita di colonne e ampi finestroni che permettono alla luce di entrare nel tempio. Il campanile invece, ha una lunga storia alle sue spalle: fu costruito per la prima volta nel 1387 alla sinistra del prospetto, ma purtroppo subì diversi crolli e quindi molte riedificazioni nel corso del tempo.
Nel 1662 venne ulteriormente innalzato fino alla faraonica altezza di 100 metri, per permettere l’inserimento di un orologio.Purtroppo il forte terremoto che investì la città nel 1693, ne causò il crollo sulla chiesa, provocando la morte di oltre 7.000 fedeli raccolti in preghiera all’interno dell’edificio. Venne riedificato tra il 1868 e il 1869 dall’architetto Carmelo Sciuto Patti.
Dopo i restauri, condotti dall’architetto Raffaele Leone tra il 1958 e il 1959, il grandioso e vasto interno si presenta con una pianta a croce latina, ripartito in tre navate divise da pilastri. Il pavimento è moderno; gli altari laterali sono tutti uguali, e come le bellissime cornici di legno intagliato e dorato risalgono al XVIII secolo.
LA PARTE DESTRA
Nella navata di destra, nella prima campata, in una nicchia affrescata con un Battesimo di Gesù Cristo, si trova il battistero protetto da una cancellata di ferro battuto. Al primo altare vi è una tela del Borremans raffigurante Santa Febronia. Contro il secondo pilastro della navata si trova la tomba del musicista catanese Vincenzo Bellini opera in marmo bianco e bronzo di Giovan Battista Tassara.
Al secondo altare troverete una tela raffigurante S. Rosalia, al terzo un quadro raffigurante sant’Antonio da Padova (entrambe le tele attribuite al Borremans), al quarto una Sacra Famiglia con san Giovanni del pittore catanese Abbadessa.
Nel lato destro della croce latina vi è il monumento funebre del vescovo dell’ultima ricostruzione mons. Pietro Galletti. Esso è il più sontuoso monumento della chiesa, tutto di marmo e riccamente decorato. Proseguendo si accede al transetto di destra, al cui centro si trova un portale marmoreo del 1545, con 14 bassorilievi che illustrano scene di vita della Vergine, e nella lunetta l’incoronazione di Maria.
Da qui si accede alla cappella dedicata alla Vergine dell’Incoronazione. Alla parete destra è posta la tomba di Costanza d’Aragona e di fronte un sarcofago romano proveniente dall’Asia minore che ospita le spoglie dei reali Aragonesi che abitarono Catania.
In fondo alla navata di destra, esattamente nell’abside di destra, si erge la cappella dedicata a sant’Agata protetta da un’alta cancellata di ferro battuto. Nella parete sinistra si apre la porta dorata e finemente decorata che da accesso alla camera sotterranea, dentro cui vene custodito il Tesoro di sant’Agata.
Alla parete di destra si trova la tomba del viceré Ferdinando Acugna, rappresentato orante e inginocchiato sul sarcofago con accanto un paggetto. Alla parete in fondo, vi è un grande trittico marmoreo raffigurante S. Agata incoronata da Gesù e la Maddalena fra i Ss. Pietro e Paolo.
LA PARTE CENTRALE
Nella semicalotta dell’apside del presbiterio nella parte centrale, potrete ammirare il Trionfo di S. Agata; alle pareti quattro scomparti con gruppi di santi martiri catanesi e al di sopra due scomparti con santi Vescovi catanesi, tutti affreschi del 1628 del romano Giovan Battista Corradini.
L’altare maggiore, in stile normanno, è contornato da un coro ligneo su due ordini di stalli con le spalliere divise in 34 comparti ricchi di fastosi intagli, opera del napoletano Scipione di Guido risalente al 1588.
Al centro dell’abside realizzata in pietra lavica dell’Etna e risalente alla prima edificazione della chiesa, è inserita una grande finestra monofora del XII secolo con una vetrata moderna. L’altare è di marmo policromo e sulla sommità è presente una base in argento atta ad ospitare il busto reliquiario di sant’Agata nel corso dei festeggiamenti in suo onore.
LA PARTE SINISTRA
L’abside di sinistra ospita la cappella del Sacramento, che fu la cappella privata dei Gravina-Cruillas di cui vedrete alcune lastre tombali; al centro vi è un bellissimo altare neoclassico di pietre dure e bronzi dorati.
Uscendo dalla cappella del Sacramento, sulla destra, accederete alla cappella del Crocifisso, opera di Domenico Mazzola (1577). Al centro, sopra l’altare ottocentesco, si trova un Crocifisso tra le statue lignee della Addolorata e di S. Giovanni; a sinistra una tavola bizantineggiante della Madonna di Nuovaluce.
Nella navata di sinistra, esistono quattro monumenti funebri dedicati ad altrettanti vescovi di Catania e presenta ben sei altari.
Vediamoli nel dettaglio: il primo altare è arricchito da una tela del messinese Antonio Subba raffigurante i Ss. Pietro e Berillo; segue il secondo con una tela del 1605 rappresentante il martirio di sant’Agata di Filippo Paladino; il terzo altare ha una tela del Borremans con Sant’Antonio Abate; il quarto presenta una tela del Tuccari con i Ss. Gaetano e Filippo Neri; il quinto altare presenta una tela raffigurante San Francesco di Paola di Giuseppe Guarnaccia e il sesto è abbellito da un dipinto di San Giorgio che uccide il drago (1624) di Girolamo la Manna.
Una magnifica cantoria che occupa la prima campata della navata centrale, sostiene un grande organo del 1877, la cui parte lignea venne rifatta nel 1926 da Giambattista Sangiorgio.
IL TESORO
Il tesoro di S. Agata consta di un busto di argento dorato e smalti, contenente il torace e la testa della Santa, creato a Limoges dal 1373 al 1376 da Giovanni di Bartolo. Su di esso sono applicati numerosissimi gioielli ex voto dei secoli XIV – XIX, che rappresentano la parte più importante per valore storico e artistico. Vi è inoltre lo Scrigno, grande cassa reliquiaria di legni rivestita di lamina d’argento sbalzata, traforata e cesellata con statue di santi, rappresenta una straordinaria testimonianza del gotico fiammingo in Sicilia; il suo coperchio dalle forme rinascimentali è stato più volte rimaneggiato e completato nel 1572.
LE TERME ACHILLIANE
Le grate sul pavimento della chiesa servono per l’aerazione delle Terme Achilliane, che si estendono fino al seminario e alla piazza. La parte conosciuta consiste in un corridoio e un ambiente sostenuto da 4 pilastri, con tracce di stucchi raffiguranti scene bacchiche.
Ce l’abbiamo fatta…un po’ schiacciati dal peso dell’arte, però spero che vi sentiate più che soddisfatti!!!