Cosa Visitare a Catania: Vacanze in Sicilia

Cosa Visitare a Catania: Vacanze in Sicilia

Guida di Catania: scopri i luoghi da visitare nella Città di Catania, tutti i monumenti ed i palazzi da non perdere, le strade principali e molto altro ancora.

Guida di Catania: Luoghi da visitare a Catania.

Catania, seconda città della Sicilia. Nota come la perla nera dello Ionio, si trova in una delle zone più fertili dell’isola, alle pendici meridionali dell’Etna, il cui cratere centrale dista solo 28 km.

La visita alla città parte da Piazza Duomo, quindi dalla Cattedrale, che custodisce le reliquie di Sant’Agata, patrona della città, e di Vincenzo Bellini.

Al centro di Piazza Duomo sorge la Fontana dell’Elefante o “Liotru”, costituita da un elefante in pietra lavica di età romana, simbolo della città.

Sulla piazza prospettano il Palazzo del Municipio del Vaccarini e Palazzo Chierici; sulla sinistra sorge Porta Uzeda, eretta nel 1695 in onore del viceré spagnolo Paceco de Uzeda. A fare da sfondo al caratteristico mercato del pesce, c’è qui la splendida Fontana dell’Amenano.

La Pescheria, il Mercato del Pesce di Catania

Lungo Via Etnea s’incontra Piazza Università, dove sorgono il Palazzo dell’Università e Palazzo San Giuliano. Proseguendo si nota la Basilica Collegiata del 1768 che conserva opere dello Sciuti e del Sozzi.

Piazza Stesicoro - Catania

Poco distante sono i famosi Quattro Canti di Catania, in cui Via Etnea incrocia Via San Giuliano. Sulla sinistra si trova Palazzo Minoriti, sede della Provincia e della Prefettura e, a seguire, la Chiesa dei Minoriti.

Proseguendo tra le stupende facciate barocche dei palazzi settecenteschi, si giunge a Piazza Stesicoro, al monumento a Bellini, all’Anfiteatro Romano del II secolo d.C. e alla Chiesa di San Biagio, costruita nel luogo del martirio di Sant’Agata.

Risalendo ancora Via Etnea si trova lo splendido Palazzo delle Poste e Villa Bellini. Il grande giardino della Villa è impreziosito da fontane, alberi secolari e statue di uomini illustri catanesi, tra cui Giovanni Verga.

La Casa museo di Giovanni Verga a Catania

Da visitare, la casa di Giovanni Verga, sorge nell’antico centro storico di Catania (la zona tutt’intorno alla piazza del Duomo).

Si trova in via S. Anna, dove al numero civico 8, s’erge il palazzetto dove nacque, visse e morì Giovanni Verga; trasformata in Museo la casa è ricca di cimeli verghiani.
Salendo lo scalone marmoreo, si entra nella casa, al secondo piano; dall’ingresso si accede al salotto, occupato da vetrine che espongono riproduzioni di manoscritti e lettere (gli originali sono custoditi nella Biblioteca Regionale Universitaria di Catania) e dove è collocato un busto di Verga opera dello scultore Bruno.

Nello studio il tavolo da lavoro di Verga, e la grande biblioteca di più di duemila volumi: qui lavorava abitualmente lo scrittore catanese.

Poi, l’austera camera da letto, con pochi mobili di gusto estremamente sobrio: alle pareti fotografie dei familiari di Verga.

Attraversati due altri piccoli ambienti, si arriva alla sala da pranzo: qualche stampa, un dipinto di Calcedonio Reina; mimetizzato nella credenza, uno scendivivande collegato con la cucina del piano superiore: unica concessione alla “comodità” di una esistenza austera e solitaria.

All’illustre scrittore verista la città ha dedicato una delle più belle e luminose piazze di Catania, dove lo scultore Carmelo Mendola ha riprodotto in una fontana il tragico naufragio della Provvidenza descritto ne I Malavoglia.

Monumenti da vedere a Catania

Altra fontana notevole si trova in Piazza Giovanni XXIII, vicino alla stazione ferroviaria: rappresenta il Ratto di Proserpina ed è opera dello scultore Giulio Moschetti.

Castello Ursino - Catania

Sicuramente da visitare è il Castello Ursino, che sorge in Piazza Federico II e ospita un interessante Museo Civico.

Non può mancare una passeggiata in Via dei Crociferi, arricchita da sontuose chiese barocche e da palazzi settecenteschi: lungo questa via si trovano l’arco e la Chiesa di San Benedetto, la Chiesa di San Francesco Borgia, l’ex Collegio dei Gesuiti che ospita l’Istituto d’Arte, e la Chiesa di San Giuliano.

Fra le meraviglie del barocco catanese c’è senza dubbio Palazzo Biscari – Moncada, con le sue stanze splendidamente affrescate, ancora utilizzate per feste e matrimoni di gran lusso (le sue sale sono apparse in uno dei film della serie del “Padrino”, il salone da ballo è un gioiello del Rococò).

Se vuoi leggere notizie sulla nascita di Catania clicca su: Storia di Catania

La Gastronomia Catanese:

Definita da molti una delle cucine più ricche e gustose di tutta la Sicilia, fra le pietanze tradizionali catanesi troviamo:

Fra gli antipasti:

  • L’insalata di polpi – gamberi – occhi di bue (molluschi tipici di questo mare)
  • I Masculini maritati (sono le alici dello Ionio marinate in olio e limone)
  • Acciughe salate (o, come dicono da queste parti, Anciovi
  • Occhi di bue crudi conditi con limone o arrostiti su carbone
  • Pepata di cozze
  • U mauru (si tratta di una alga cruda condita con limone), U zuzzu (gelatina di maiale), e U Sangeli (sanguinaccio)
Pasta Masculini - Catania

Fra i primi piatti:

  • Pasta alla Norma (alcuni catanesi, a tal proposito, la paragonano al capolavoro Belliniano “Norma”): gli ingredienti sono salsa di pomodoro e melanzane fritte, basilico e ricotta salata grattuggiata in abbondanza.
  • Pasta con il nero di seppia
  • Pasta con i masculini (le alici fresche soffritte in cipolla, piselli e finocchietto)
  • Pasta ‘ncasciata (cavolfiori cucinati con soffritto di cipolla e insaporiti grazie alle acciughe salate, olive, e passata in tegame con caciocavallo grattuggiato)
  • Pasta con uova di ricci
  • Linguine al cartoccio o all’acqua di mare (pesce e molluschi)
  • Pasta con il muccu (pesciolini neonati)
  • Maccu di fave (il macco di fave, bollite e setacciate).

Fra i secondi piatti:

  • Frittura di pesce (pesci tipici sono le triglie, le aguglie, i pettini, i masculini e gli opi di ognina,…)
  • Pesce arrostito alla carbonella (generalmente orate, dentici, luvari, saraghi, àiole, …)
  • Sparacanaci (triglie neonate fritte e mangiate con cipolla calabrese)
  • U Muccu (frittata di pesciolini neonati)
  • Sarde a beccafico
  • Salsicce di maiale arrostite (famose quelle di Grammichele e quelle di Linguaglossa) con contorno di Caliceddi, Amareddi e Cicoria.
  • Falsomagro
  • Carne equina cotta alla brace (si può trovare nei quartieri popolari

Fra i contorni:

  • Parmigiana di melanzane
  • Caponata di melanzane e pomodori
  • Insalata di finocchi e d’arance
  • Piatti di verdura cotta
  • Broccoli e Bastardi (cavolfiori tipici dell’Etna di colore violaceo)

Rostricceria (“Street Food”?)

  • Gli Arancini qui la fanno da padrone!
  • La Siciliana (sfoglia di pasta fritta ripiena di tuma e acciughe)
  • Crispelle salate (frittelle di pasta con ricotta o acciughe)
  • Scacciate
Catania, Granita e Brioche

Fra i dolci:

  • Cannoli siciliani di ricotta
  • Varianti del cannolo (con crema di cioccolato, di pistacchio, …)
  • Cassata siciliana
  • Crispelle di riso
  • Frutta martorana o Pasta reale
  • Biscotti della monaca
  • Paste di mandorla
  • Olivette di Sant’agata
  • Gelati
  • Granite (leggi “La granita siciliana“)

I vini della zona del catanese:

Nella zona del catanese sono molto rinomati i vini doc dell’Etna. Si cominciano a riscoprire anche i rosòli tipici: limoncello e mandarinetto.

Fra le bibite: assolutamente da provare, presso i Ciospi (i chioschi) che offrono bibite e sciroppi, il Seltz al limone, il Mandarino al limone, il Tamarindo limone e bicarbonato e lo zammù, oltre al Latte di mandorla.

Fra i prodotti tipici leggi anche “Il pistacchio di Bronte” e “Bronte, la città del Pistacchio“.

La Fontana dell’Elefante, Simbolo di Catania

Si erge in piazza Duomo ed è considerata il vero e proprio simbolo della città.

Si tratta di un’opera del Vaccarini risalente al 1736 composta da un elefante di pietra lavica sul cui dorso è poggiato un obelisco di origine egizia.

Questa semplice spiegazione non è per niente sufficiente anche perché la Fontana dell’Elefante, o come la chiamano i catanesi del “Liotru“, cela una interessantissima storia.

Si racconta che, tradizionalmente, l’animale in questione sia stato oggetto di culto fino all’arrivo del Cristianesimo, quando venne bandito e portato fuori dalle mura di Catania.

Dopo essere rimasto “in esilio” per secoli, venne riportato in città dai padri Benedettini del monastero di S. Agata e posto ad adornare un antico arco o porta, detta “di Leodoro“, da cui deriva il nome “Liotru”.

Vi starete sicuramente chiedendo chi era Liodoro…

Il nome è storpiato, ma rimanda certamente ad un certo Eliodoro, famosissimo negromante catanese che cercò invano di diventare Vescovo della Diocesi.

La leggenda vuola che con i suoi sortilegi trasformasse gli uomini in bestie e che utilizzasse l’elefante per i suoi rapidi spostamenti da Catania a Costantinopoli.

Oggi la fontana, oltre a sorreggere il simbolo di un passato magico della città possiede un basamento con due sculture che riproducono i due fiumi di Catania: il Simeto e l’Amenano.

Inizialmente l’elefante era tutto di pietra lavica, poi, a seguito del terremoto del 1693 le zampe posteriori si disintegrarono e vennero restaurate dal Vaccarini che vi aggiunse inoltre le zanne e gli occhi fatti di pietra calcarea.

L’animale porta sul dorso una gualdrappa marmorea che pende da entrambi i lati, sulla quale sono incisi gli stemmi di Sant’Agata, la patrona di Catania.

Sempre poggiato sulla schiena si erge un’obelisco di granito di palese fattura egizia alto 3,66 metri.

In cima all’obelisco sono stati inseriti:

  • Un globo circondato da una foglia di palma che simboleggia il martirio e da un ramo di gigli che simboleggia invece la purezza;
  • Una tavoletta metallica su cui vi è l’iscrizione dedicata a Sant’Agata con l’acronimo MSSHDPL (Mente Sana e Sincera per l’Onore di Dio e per la liberazione della sua patria)
  • Una croce

La sua collocazione in Piazza Duomo ne enfatizza il fascino e la grandiosità dell’opera.

Fontana dei 7 Canali e Fontana dell’Amenano

La Fontana dei 7 Canali è stata costruita nel 1612 ed è celebre perché fu una delle poche sopravvissute al terribile terremoto del 1693 che rase al suolo Catania.

La “Fontana dei 7 Cannola”, come viene chiamata volgarmente, è situata in piazza Alonzo di Benedetto, vicino al Mercato del Pesce.

Inizialmente rappresentava una fonte da dove attingere acqua potabile proveniente dal fiume Amenano, successivamente il Comune si rese conto che le acque, passando sotto l’abitato, non si mantenevano limpide e pure, così venne inibito l’accesso al pubblico grazie ad una cancellata di ferro.

La fontana, con le sue 7 bocche, è di pregio e valore: si compone di marmo pregiato con ornamenti che rimandano a particolari tipici dell’arte graca; presenta una grande vasca rettangolare nella quale è presente una lapide ormai non molto visibile.

Di diverso valore e bellezza è invece la Fontana dell’Amenano, che, come il nome stesso ce lo preannuncia, è dedicata appunto all’omonimo fiume che scorreva sotto la città.

Questa monumentale fontana di marmo bianco di Carrara, che si trova esattamente vicino a quella dei 7 Cannoli, fra il Palazzo dei Chierici e Palazzo Pardo, venne costruita nel 1867 ad opera dello scultore napoletano Tito Angelini.

Il monumento presenta una grande vasca a forma di conchiglia, dalla quale si innalza la personificazione umana del fiume che reca in mano una Cornucopia, simbolo di abbondanza e fertilità, accompagnato, su entrambi i lati, da due tritoni.

Il basamento che regge la conchiglia è fregiato dal lato anteriore con lo stemma della città, mentre da quello posteriore con uno scudo contenente le parole Acqua, Amenano, 1867,

I Catanesi chiamano questa fontana con l’appellativo “Acqua a linzolu” (a lenzuolo), dato l’effetto cascata dell’acqua che fuoriesce.

Teatro Massimo Bellini - Catania
Teatro Massimo Bellini – Catania

Visita al Teatro Massimo Bellini a Catania

Si trova esattamente in fondo a via Vittorio Emanuele II, sul lato sinistro di Piazza Bellini (e dove se no?).

Come è mia consuetudine, vorrei cominciare ad introdurvi il Teatro, raccontandovi un po’ della sua storia, perché come dice l’illuminate perla di saggezza di una famosa pubblicità (non facciamo nomi, ma sono sicura che capirete di cosa sto parlando ;-)…) “C’è sempre qualcosa dietro!”.

Torniamo a fare le persone serie…

UN PO’ DI STORIA

L’idea di costruire un teatro pubblico a Catania nasce già nel ‘700, in un clima di forte rinascita dopo la tragedia del terremoto che nel 1693 distrusse la città. Ma fu solo nel 1812che venne posta la prima pietra di quello che, nelle intenzioni dei cittadini, doveva essere il “Gran Teatro Municipale”. I lavori, dopo un promettente avvio, dovettero interrompersi per mancanza di fondi.

Così a distanza di anni, il Senato catanese decise di dotare la città di un teatro minore, il ” Teatro Comunale Provvisorio”, che venne infatti realizzato nel luogo di un ex magazzino alla Marina e inaugurato nel 1822 (questo teatro, dopo una più che dignitosa “carriera”, verrà distrutto nel 1943 da un bombardamento aereo e mai più ricostruito). Si dovette aspettare il 1870, anno in cui all’architetto Andrea Scala, specializzato in costruzioni teatrali, veniva dato l’incarico di individuare un sito idoneo per il nuovo teatro. Purtroppo però, le difficoltà finanziarie bloccarono ancora una volta l’iniziativa.

Dopo tanti tentativi e incertezze, finalmente venne approvato il progetto dell’architetto Scala che con l’aiuto di Carlo Sada portò avanti i lavori, finanziati da un gruppo di azionisti anonimi. Quest’ultimi, in seguito, si ritirarono per mancanza di fondi, lasciando il compito di finanziare l’impresa al Comune. I lavori stavolta procedettero abbastanza regolarmente e nell’arco di sette anni il teatro venne ultimato.

Ma al momento dell’inaugurazione un’epidemia di colera distolse l’attenzione da ogni altro problema che non fosse quello di salvaguardare la salute pubblica, cercando di debellare la malattia. In questa situazione, il Teatro , sebbene già pronto, dovette attendere ancora tre anni per la sua apertura ufficiale. Finalmente l’inaugurazione ebbe luogo il 31 maggio del 1890 con la “Norma”, il capolavoro di Vincenzo Bellini.

LA STRUTTURA

Guardando il Teatro da fuori è possibile notare che la facciata si ispira al classico sansoviniano della Biblioteca di Venezia; allontanandosi però da questo stile, assume lateralmente la classica forma di un teatro.

Al suo interno, possiede una sala di milleduecento posti, dall’acustica perfetta, a quattro ordini di palchi oltre il loggione; il tutto vi assicuro che è di grande ricchezza decorativa e di un regale gusto aristocratico.

Se provate al alzare lo sguardo verso l’alto, vi accorgerete che il soffitto è affrescato con immagini di Bellini e delle sue maggiori opere: Norma, La sonnambula, I puritani e Il pirata. Il sipario storico, illustrante la Vittoria dei catanesi sui libici (mi permetto di aggiungere che è di grande attualità al giorno d’oggi…), è del pittore catanese Giuseppe Sciuti.

Nel ridotto, molto ampio ed elegante costituito da marmi e stucchi, si trova la statua di bronzo di Vincenzo Bellini. Artisticamente parlando il “Bellini” dispone di un’orchestra di 105 elementi, di un coro di 84 elementi, di un nutrito gruppo di tecnici di palcoscenico e di laboratori scenografici che negli ultimi anni hanno realizzato importanti allestimenti.

Per quanto riguarda la sua attività, ogni anno si svolge una stagione d’opera, con sette turni d’abbonamento, ed una stagione sinfonica e da camera, con due turni d’abbonamento.

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