Cosa visitare a Gibellina
Attraversato l’Ingresso al Belice (Stella) di Pietro Consagra, seguendo una stradella collinare alla destrad ella nuova città, si raggiungono le Case di Stefano, l’antica masseria rilevata dal comune e restaurata per ospitare istituzioni culturali ed universitarie.
E’ attualmente in via di ricostruzione l’annesso “Giardino degli odori”. Lungo il viale degli Elimi, addentrandosi nella città, sorgono: il Palazzo di Lorenzo, edificio a scatola di Francesco Venezia, che nel suo cortile racchiude la facciata recuperata e “citata” di un antico palazzo della vecchia Gibellina; il Meeting di Pietro Consagra, scultura – edificio polivalente che ospita attualmente il “Laboratorio archeologico sulla Sicilia Elima”, e un bar; da qui, volgendo lo sguardo sulla destra, si potrrà scorgere la sfera della Chiesa Madre di Ludovico Quaroni (chi voglia ammirarla più da vicino dovrà raggiungere il viale Brancati).
Immediatamente sulla sinistra si apre alla vista il Sistema delle Piazze di Laura Thermes e Franco Purini (riscrittura architettonica in progetto unificante di cinque grandi piazze consecutive).
Lasciato il viale degli Elimi si raggiunga il Municipio progettato da Vittorio Gregotti e Giuseppe Samonà: lungo i suoi porticati si potranno ammirare i pannelli in ceramica di Carla Accardi e Pietro Consagra, e i carri scenici di Arnoldo Pomodoro.
All’interno, la Sala Agorà contiene un grande mosaico di Gino Severini. Se si ha l’avventura di essere nei paraggi a mezzogiorno o alle cinque del pomeriggio, si potranno ascoltare dalla Torre di Alessandro Mendini brani sonori computazionali, elaborati da suoni e voci della Sicilia.
Tappa d’obbligo nella visita alla città p il Museo Civico di Gibellina, sito in viale Segesta, con le sue sezioni d’arte contemporanea, etnoantropologica e Galleria delle arti popolari.
Qui ha sede anche l’ufficio Informazioni Turistiche che fornisce guida e materiale informativo per una più approfondita visita alle tante opere d’arte disseminate nella città.
Raggiungendo o lasciando Gibellina non si può non recarsi sui Ruderi della vecchia città, dove, su progetto di Alberto Burri, una velatura di cemento bianco copre i blocchi di macerie in un sistema di grandi crepe, Cretto, figurazioni della terra che ha tremato, labirinto della memoria che ripropone la vita.
Approfondimenti:
– Storia di Gibellina: sulle pietre della bellezza
– Storia e ricostruzione di Gibellina: l’avventura esemplare