Cosa Visitare a Palermo: il Teatro Massimo

Continuiamo il nostro viaggio per le vie del centro storico di Palermo e esattamente a Piazza Verdi, conosciuta come Piazza Massimo dai cittadini, si erge imponente il Teatro Massimo Vittorio Emanuele, il più grande edificio teatrale lirico d’Italia, e uno dei più grandi d’Europa (terzo in ordine di grandezza architettonica)!. Quanto ci piace a noi palermitani “annacarci” (ostentare fierezza) quando pronunciamo queste parole…!

Famoso nel mondo per l’acustica perfetta con la sua sala a ferro di cavallo, il Teatro (oltre 7.700 metri quadrati), può ospitare circa 3.500 spettatori, e possiede un complesso architettonico di grandi proporzioni che prevede ambienti di rappresentanza, sale, gallerie e scale monumentali che lo circondano in tutto il suo splendore.

Un po’ di storia

Per fare spazio alla grandiosa costruzione neoclassica, vennero demoliti alla fine dell’Ottocento la chiesa delle Stimmate e il monastero di San Giuliano. I lavori iniziarono nel 1875, dopo il concorso del 1864 per l’assegnazione dei lavori, vinto dall’Architetto Giovan Battista Filippo Basile, al quale alla sua morte, gli subentrò il figlio, l’Architetto Ernesto Basile.

L’impresa di costruzioni che edificò il Teatro Massimo apparteneva a Giovanni Rutelli e Alberto Machi’, i quali completarono l’opera nel 1896 con la propria direzione tecnica e costruttiva, inaugurandolo un anno dopo nel 1897.

Caratteristiche architettoniche

La simmetria compositiva attorno all’asse dell’ingresso, la ripetizione costante degli elementi (colonne, finestre ad archi), la decorazione rigorosamente composta, definiscono una struttura spaziale semplice ed una volumetria chiara, armonica e geometrica, d’ispirazione greca e romana.

Sul frontone della facciata si può leggere il motto “L’arte rinnova i popoli e ne rivela la vita. Vano delle scene il diletto ove non miri a preparar l’avvenire”.

L’esterno del teatro è chiaramente neoclassico cioè ripropone in chiave moderna le antiche costruzioni classiche. Presenta un pronao corinzio elevato su una monumentale scalinata ai lati della quale si impongono due leoni bronzei con le allegorie della “Tragedia”, dello scultore Benedetto Civiletti, e della “Lirica”, dello scultore Maestro Cav. Mario Rutelli, figlio dello stesso Architetto Giovanni. In alto l’edificio è sovrastato da un’enorme cupola emisferica, la cui ossatura è composta da una struttura metallica reticolare che s’appoggia ad un sistema di rulli che ne consentono gli spostamenti.

L’apparato architettonico della grande sala si deve all’architetto Ernesto Basile, raffinatissimo rappresentante del Liberty europeo, si servì per le decorazioni e per  i particolari della valida opera del Ducrot, soprattutto per le composizioni dei palchi e degli arredi. L’interno è decorato e dipinto da Rocco Lentini, Ettore De Maria Bergler, Michele Cortegiani, Luigi Di Giovanni.

La sala, a ferro di cavallo, con cinque ordini di palchi e galleria (loggione), ha circa tremila e cinquecento posti, risultando quindi il più capiente teatro lirico del nostro paese. La platea dispone di uno speciale soffitto mobile composto da grandi pannelli lignei affrescati (petali) e mossi da un meccanismo di gestione dell’apertura modulabile verso l’alto, che consente l’aerazione all’intero dell’ambiente evitando di utilizzare  un sistema di climatizzazione interna.

Curiosità

Visto che il Teatro venne costruito sulle macerie della chiesa delle Stimmate e dell’annesso convento, una leggenda narra che una suora detta “la monachella” (l’ultima Madre Superiora del convento) si aggiri ancora per le sale del teatro. Si dice anche che chi non crede alla leggenda inciampi in un particolare gradino entrando a teatro, gradino detto appunto “gradino della suora”. Vi conviene crederci se non volete cadere durante la vostra visita turistica ;-)!

Inoltre durante i lavori l’architetto Rutelli ideò una rivoluzionaria gru azionata da un motore a vapore e caratterizzata da un sistema di pulegge/carrucole e cavi, impiegata con successo per il sollevamento dei grossi massi e colonne a considerevoli altezze, il che permise si accelerare il proseguimento dei lavori!

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