Cosa porterà la Befana quest’anno nelle province siciliane?? Dolcetti o Carbone?
Scopriamo insieme come si festeggia in Sicilia la festa dell’Epifania. Intanto mi sento in dovere di raccontare la festa sotto l’aspetto religioso:
“Epifania” vuol dire “rivelazione”, in questo caso la rivelazione della divinità di Cristo al mondo pagano, attraverso l’adorazione dei Magi.
Ma cosa c’entra allora questa vecchia, chiamata Befana, che se ne va in giro a cavallo ad una scopa regalando dolcetti o carbone ai bambini?
Secondo un racconto popolare, i Re Magi, diretti a Betlemme per portare i doni a Gesù Bambino, non riuscendo a trovare la strada, chiesero informazioni ad una vecchia. Malgrado le loro insistenze, affinché li seguisse per far visita al piccolo, la donna non uscì di casa per accompagnarli.
In seguito, pentitasi di non essere andata con loro, dopo aver preparato un cesto di dolci, uscì di casa e si mise a cercarli, senza riuscirci. Così si fermò ad ogni casa che trovava lungo il cammino, donando dolciumi ai bambini che incontrava, nella speranza che uno di essi fosse il piccolo Gesù.
Da allora girerebbe per il mondo, facendo regali a tutti i bambini per farsi perdonare.
TRADIZIONI SICILIANE
A GRATTERI – “A Vecchia” si dice abiti in una grotta, detta Grattara, che si trova nel monte di fronte al centro abitato. La sera del 31 gennaio, “a vecchia”, avvolta in un lenzuolo bianco e a dorso di un asino si dirige, tra la gioia dei bambini ed il vociare degli adulti, verso l’abitato, dispensando durante il cammino regali, caramelle e i “turtigliuna”, dolci tipici locali a base di mandorle, noci, nocciole e frutta secca.
A MESSINA – nel quartiere Bordonaro della città dello stretto, il giorno dell’Epifania nella piazza principale, viene allestito “u ‘pagghiaru”, formato da una pertica alta nove metri circa e rivestita di rami di corbezzoli, agrumi, ciambelle di pane azzimo e cotone, che simboleggia un abete natalizio, sulla cui cima si trova una croce alta due metri, abbellita con frutta, nastri, ciambelle e forme di pane, che rappresenta il premio per i 14 partecipanti che la sera dell’Epifania, dopo la celebrazione della Santa Messa si arrampicheranno per aggiudicarsela.
I festeggiamenti folkloristici si concludono con una pantomima sull’eterna lotta tra l’uomo e le insidie della natura, rappresentazione che prende il nome in dialetto “U’ cavadduzzu e l’omu sabbaggiu” e che viene effettuata da due maschere.
A MUSSOMELI – In provincia di Caltanissetta si rappresenta l’arrivo dei tre Magi, cui segue la processione del simulacro di Gesù Bambino.
IN PROVINCIA DI PALERMO – Nei paesini del palermitano la cui popolazione è prevalentemente di origine albanese (Contessa Entellina, Mezzojuso e Piana degli Albanesi) la festa dell’epifania è molto sentita.
Qui i festeggiamenti si dividono tra la cerimonia religiosa nella Chiesa Madre e le rappresentazioni nelle piazze principali che simboleggiano il battesimo di Gesù.
Il Celebrante immerge per tre volte una croce nella vasca e alla terza immersione viene liberata una colomba, che simboleggia la discesa dello Spirito Santo.
Conoscete altre storie e leggende in merito alla figura della Befana in Sicilia?
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“La festa dell’Epifania tutte le feste porta via”… Buon anno a tutti!