Uno dei motivi di orgoglio per noi siciliani, e luogo dove passare splendide vacanze per voi turisti, sono le Isole Eolie; le sette isole, dichiarate Patrimonio dell’Umanità dall’ Unesco, sono tutte di origine vulcanica e si innalzano da una profondità marina di circa 2000 m.
Le Isole Eolie sono poste nella parte orientale del basso Tirreno, a circa 40km dalla costa siciliana (Vulcano, la più vicina dista 20 km da Capo Calavà), appartengono dal punto di vista amministrativo alla provincia di Messina.
La più estesa e popolata è Lipari, poi in ordine decrescente per superficie abbiamo Salina, Vulcano, Stromboli, Filicudi, Alicudi e Panarea. Vi posso assicurare, perché viste con i miei occhi durante una splendida vacanza, che sono tutte e sette di grande interesse turistico, paesaggistico e archeologico.
Ma adesso scopriamone la nascita. Seguitemi:
L’arcipelago si è formato per il concorso dell’accumulo dei materiali eruttati, e parzialmente, dal lento innalzarsi del suolo nel corso dell’era Quaternaria. Sono solo due i crateri attivi: quello di Vulcano, che dopo l’eruzione della fine del secolo scorso (1880, 1890), è in permanente stato di solfatara con vistose escursioni della temperatura dei gas emessi; e quello di Stromboli, che è in continua moderata attività esplosiva con periodiche eruzioni di lava che si versa lungo la Sciara del Fuoco. Uno spettacolo da non perdere!
Per quanto riguarda la storia delle Isole Eolie, diverse fonti storiche e gli scavi archeologici eseguiti dalla Soprintendenza alle Antichità della Sicilia orientale sin dal 1946, ci hanno rivelato che la tradizione mitologica classica tramanda di continue migrazioni di genti, di distruzioni e di episodi di guerra che si intrecciano a lunghi periodi di pace fiorente e di proficui scambi.
Il Castello di Lipari ne costituisce l’archivio prezioso nel quale si sono custodite intatte, le testimonianze delle culture che si sono succedute nelle Eolie dal 4000 a.C. circa fino ai nostri giorni. Le Isole, fin dal loro esordio nelle vicende preistoriche, hanno ricoperto un ruolo di rilevante importanza economico-militare nella storia della civiltà Mediterranea.
Scopriamo adesso le isole una per una.
LIPARI: è l’isola più grande e più popolosa dell’arcipelago, e anche una delle più movimentate e frequentate dai giovani. Prende il suo nome da Liparo, primo mitico re dell’isola. Lipari possiede l’unico centro abitato dell’arcipelago che abbia un vero e proprio assetto urbano, al quale fa da centina il Castello, esemplare fortezza naturale. Campo archeologico carico di fascino, il Castello, ospita il Museo Archeologico Eoliano, che raccoglie i reperti venuti alla luce nelle isole e nell’area di Milazzo. oltre al Castello di particolare interesse storico sono la Chiesa di S. Antonio, l’ex convento francescano (oggi sede del Comune), l’antico Palazzo dei Vescovi e la Cattedrale, dedicata a S. Bartolomeo.
E poi tutto ciò che vale la pena fare: godersi il sole e il mare; le escursioni in barca, obbligatorie per poter meglio apprezzare spiagge nascoste e inarrivabili via terra, singolari paesaggi e suggestivi scorci; la vita notturna, favorita da ristoranti, pizzerie, gelaterie dove potrete gustare le favolose granite con panna, e per i più golosi, consiglio di accompagnarla con una morbida brioche, da allegri pub e da una discoteca sul lungo mare, un pò distante dal centro abitato.
SALINA: seconda isola dell’arcipelago per superficie e abitanti. E’ lunga 7 km e larga 5.5 e si trova a circa 4 km a Nord-Ovest di Lipari. Fu chiamata dai Greci Didyme (doppia gemella), per la sua peculiarità morfologica che la vede divisa da una valle in due gruppi di rilievi. Le sue coste sono quasi sempre alte, tranne brevi tratti sul versante Est. Amministrativamente Salina è divisa in 3 comuni: Santa Marina, Malfa e Leni. Da vedere nell’isola: l’ottocentesco Palazzo Marchetti dove si trova il Museo dell’Emigrazione Eoliana e il Santuario della Madonna del Terzito.
VULCANO: l’isola più meridionale e più nota dell’arcipelago, estesa circa 21 Km², è molto interessante per le attuali manifestazioni vulcaniche a carattere esalante (fumarole). Il suo nome deriva da quello del dio romano Vulcano, e la sua esistenza è dovuta della fusione di quattro vulcani di cui il più grande e più attivo è il Vulcano della Fossa alto 391 m., affiancato dal più piccolo, Vulcanello (123 m).
Le sue coste sono molto frastagliate, e i colori della roccia dal rosso al nero fino al giallo ocra e i suoi luoghi desolati e solitari conferiscono all’isola un aspetto di inquietante e di feroce bellezza. Il centro abitato si estende tra i due porti principali: il porto di Levante e quello di Ponente. E’ possibile effettuare delle escursioni verso il Gran Cratere, la cui base dista circa 2 Km dal Porto di Levante. La scalata prevede un percorso di 4 ore, andata e ritorno, ma ne vale la pena perché lo spettacolo in cima è da mozzare il fiato.
Da vedere sono le famosissime spiagge Nere – chiamate così per il colore della sabbia – e la spiaggia delle Fumarole bagnata da acque riscaldate da bolle di vapore sulfureo che possono raggiungere temperature molto elevate. attenzione a non scottarsi! I fanghi sono anche una peculiarità di Vulcano. Venendo dal porto sulla destra, vi accoglierà una vasca naturale di fanghi sulfurei, noti per le loro proprietà terapeutiche,e per il forte odore!
PANAREA: la più piccola (3.4 Km²), ma forse la più conosciuta fra i giovani di tutto l’arcipelago, per la sua vita mondana e la sua famosissima discoteca. Il suo nome deriva da Pagnaria dall’etimologia incerta (la maledetta, priva di ruscelli, sottile, tutta fuori, spugnosa). E’ la meno elevata e con Basiluzzo, Spinazzola, Lisca Bianca, Dattilo, Bottaro, Lisca Nera, i Panarelli e le Formiche, con i quali forma un arcipelago dentro l’arcipelago, dal 1997 è tutelata dall’istituzione della Riserva Naturale Isola di Panarea. Si arriva a S. Pietro, e appena sbarcati verrete accolti da un’atmosfera soave; una stradina conduce al centro abitato tra il rigoglio di ibiscus, bouganvillee, gerani e roseti; resta così nascosta la vera natura vulcanica dell’isola che si rivela solo in pochi luoghi: alla Calcara con le fumarole, nelle rocce di Basiluzzo e nelle ripide pareti della costa occidentale. Da non perdere a Panarea sono la Caletta dei Zimmari, il villaggio preistorico, la Chiesa dell’Assunta, e la Cala di Junco, racchiusa tra mirabili pareti di lava.
STROMBOLI: posta a nord-est dell’arcipelago, ha una superficie di 12.6 Km² ed è alta 924 m. Il suo nome deriva da Strongyle (dal greco rotonda) in quanto il cono vulcanico possiede una sommità arrotondata. Il fascino che desta è dato dal fatto che dopo circa due millenni, si trova in uno stato di permanente attività eruttiva. Vi consiglio di vedere, dal mare, la Sciara del Fuoco e le piccole eruzioni al tramonto o addirittura di notte. E’ possibile effettuare un’escursione fino alla cima del vulcano. Vi ricordo che richiede circa tre ore di cammino in salita e due in discesa e non presenta particolari difficoltà. Sono due i centri abitati sull’isola: sul versante nordorientale, spiccano le bianche casette di San Vincenzo (dove si attracca), mentre a sud-ovest sorge Ginostra, una trentina di case abbarbicate nella roccia, completamente isolate (non ci sono strade, ma solo una mulattiera che si inerpica lungo il fianco della collina) e collegate al resto del mondo solo via mare (e non per tutto l’anno) attraverso il porto più piccolo del mondo. Di fronte a al porticciolo principale si erge l’isolotto di Strombolicchio, uno sperone roccioso sulla cui cima presenta un faro ed una strana conformazione simile alla testa di un cavallo.
ALICUDI: estesa per 5.2 Km² è l’isola più periferica, trovandosi all’estremità occidentale dell’arcipelago. La parte emersa, un cono alto 675 m, rappresenta l’apice di una struttura vulcanica di grandi dimensioni. Possiede un unico centro abitato dove vivono non più di 140 persone, poche case color pastello disseminate ai piedi della montagna che culmina con il Filo dell’Arpa, da cui si gode di un bel panorama (il sentiero si diparte dalla Chiesa di S. Bartolo e si inerpica tra coltivazioni a terrazze).
FILICUDI: con la vicina Alicudi, forma estremità occidentale dell’arco insulare delle Isole Eolie. I Latini traducendo dal greco la chiamarono Phoenicodes o Phoenicussa, da cui trae origine l’odierna denominazione. L’etimologia per alcuni deriva dalla presenza sull’isola di un’abbondante vegetazione di palme; per altri dalla presenza dei Fenici. L’isola nasce da un gruppo di crateri tra i quali il più alto è Fossa delle Felci (773 m). I centri abitati sono tre; possiede il porto, e da qui si può raggiungere il Villaggio Preistorico, composto da circa 25 capanne, è situato sul promontorio di Capo Graziano.
Spero di avervi dato una bella infarinatura su queste magnifiche perle del Tirreno, adesso tocca a voi: vedere e toccare con mano tutto ciò che in questo articolo è espresso semplicemente con le parole! Buon Viaggio…
Video Isole Eolie
Raccontare la Sicilia e le Isole Eolie a parole è un conto. Visitarle è una storia completamente diversa. Raccontarle per immagini, invece, può trasmettere davvero alcune delle emozioni che questa terra può dare, e Nicolò Piccione (Director, Film Maker, Drone Pilot ed Editor) ha cercato di raccontare le Eolie al meglio nel suo video Eolie From Above.
Un video di poco più di due minuti in cui le Isole Eolie vengono mostrate da una angolatura completamente diversa, dall’alto, dal mare, dalla sommità del vulcano: Lipari, Stromboli, Salina, Vulcano, Alicudi e Filicudi, Panarea: le isole che compongono le Eolie e che d’estate sono pronte ad ospitare con il loro mare, il loro clima e la loro accoglienza tutti i turisti che decidono di passare le vacanze alle Eolie, ecco il video:
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