Quasi tutte le chiese della nostra bella Palermo, posseggono un’importanza artistico – culturale davvero impareggiabile, grazie alle opere di importanti artisti palermitani che hanno operato nel corso dei secoli. Uno di questi è Giacomo Serpotta, famoso in tutto il mondo per i suoi splendidi stucchi e puttini.
Vacanze Siciliane è lieta di presentarvi i luoghi dove questo grande scultore ha lasciato il segno indelebile del suo immenso talento!
La chiesa di Santa Maria degli Angeli, meglio conosciuta dai palermitani come “la Gancia”,venne costruita a partire dal 1490 per i frati di Santa Maria di Gesù su concessione di Innocenzo VIII. Il nome Gancia indicava un ricovero per malati e forestieri.
Come vi anticipavo è finemente decorata con stucchi realizzati dal Serpotta e contiene una ricca collezione di opere di artisti siciliani, tra cui il monrealese Pietro Novelli e fratelli Gagini.
La facciata presenta portali ad archi ogivali di stile tardo-gotico, mentre l’interno, a croce greca, presenta una grande navata centrale e varie cappelle laterali; la cappella di proprietà della famiglia reale spagnola, dedicata alla Madonna di Guadalupe, è di grande interesse artistico.
Vi segnalo inoltre il magnifico organo del Seicento, il soffitto in legno, risalente alla fine del Cinquecento, oltre a acquasantiere cinquecentesche e magnifici affreschi.
CURIOSITA’
Alla chiesa della Gancia sono legati i moti del 1860: infatti è dal suo campanile che suonando la campana a stormo e inalberando una bandiera sul campanile, il 4 aprile 1860, si diede il segnale per l’insurrezione. La campana è conservata nell’annesso cortile.
Inoltre sul lato della chiesa di via Alloro, si trova la cosiddetta “buca della salvezza”. Si tratta per l’appunto di una buca, un foro, scavato sul lato esterno del transetto sulla via Alloro, da Gaspare Bivona e Filippo Patti, due patrioti, che nel 1860, per sfuggire alle milizie borboniche, si rifugiarono all’interno del convento fingendosi morti e nascondendosi sotto alcuni cadaveri di altri patrioti uccisi dai borbonici.
Spinti dalla fame i due patrioti scavarono un foro verso l’esterno e, richiamando l’attenzione di alcune donne che si trovavano in un basso di fronte, chiesero il loro aiuto: queste per distrarre i borbonici inscenarono una lite e grazie alla collaborazione di un carrettiere, che li fece fortunosamente salire su un carretto colmo di paglia, i due patrioti riuscirono, infine, a mettersi in salvo. Sino agli anni ’60 dello scorso secolo era ancora usanza popolare recarsi in pellegrinaggio davanti la buca per chiedere grazie. L’iscrizione su una lapide ricorda questo avvenimento.
Buona Visita da Vacanze Siciliane.net!