Messina, sorge nei pressi di Capo Peloro, dell’estrema punta nordorientale della Sicilia, e si affaccia sullo Stretto di Messina. Una leggenda narra di due esseri mostruosi, Scilla e Cariddi, che controllano lo Stretto. In antichità era chiamata Zancle, per la forma del suo porto, che ricorda una falce.
Da Messina in poco tempo si raggiungono Taormina e Milazzo, Tindari, le Isole Eolie che appartengono al territorio della provincia.
Molte delle opere d’arte e degli edifici realizzati nei secoli sono andati perduti, ma la città conserva ancora esempi monumentali di assoluta rilevanza. Il Duomo, di stile normanno, ricostruito dopo il terremoto del 1908, possiede un campanile alla sua sinistra alto 60 metri, caratterizzato dall’Orologio astronomico che è il più grande ed il più complesso orologio meccanico del mondo, risalente al 1933. Tutti i giorni, a mezzogiorno, al suono dell’Ave Maria di Schubert, delle statue si muovono in modo spettacolare. Al centro di piazza del Duomo, vi è la spettacolare Fontana di Orione del XVI secolo.
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La Fontana di Orione
Secondo un’antica leggenda Messina, venne fondata dal gigante Orione ed è proprio al dio che è dedicata la monumentale fontana che si trova in piazza Duomo, davanti alla spettacolare chiesa madre della città dello Stretto.
Risale al 1553, opera di Giovanni Angelo Montorsoli, discepolo di Michelangelo, venne commissionata dal Senato messinese nel 1547 per celebrare la costruzione del primo acquedotto cittadino che sfruttava le acque del torrente Camaro.
Purtroppo a causa del devastante terremoto del 1908, la fontana subì gravi danni: tutta la parte superiore crollò in frantumi. Fortunatamente, per la gioia dei nostri occhi i restauratori hanno compiuto una perfetta opera di ripristino, riportandola agli antichi splendori.
Ma studiamola insieme nei minimi dettagli:
Dalla struttura piramidale, la fontana si erge su un basamento poligonale con dodici lati. Presenta quattro vasche dentro le quali versano acqua dalle anfore quattro statue maschili, adagiate su di un fianco, che rappresentano i fiumi Nilo, Tevere, Ebro e Camaro.
Sotto ogni rappresentazione umana del fiume vengono riportati distici latini che illustrano simboli e bassorilievi scolpiti; ai lati di ognuno di essi si trovano due targhe ovali anch’esse istoriate.
Così, nella formella sotto la statua del Nilo è scolpito il fiume come un gigante disteso tra palme e canne, con sette puttini che simboleggiamo le sette bocche del delta; nelle targhe ovali è rappresentato Aci (l’amante di Galatea) lapidato da Polifemo, e da una parte e dall’altra l’idillio di Pomona e Vertunnio.
Sotto la statua del Tevere troverete inciso la lupa con i gemelli e nelle altre targhe Narciso trasformato in fonte e Atteone trasformato in cervo di fronte a Diana, senza abiti intenta a fare il bagno.
Ancora sotto il fiume Ebro sono scolpite l’Aquila spagnola e le Colonne d’Ercole, Atlante da una parte, e dall’altra Ercole e le Ninfe nel Giardino delle Esperidi; nelle targhe Pegaso che sale in Elicona per farvi sgorgare l’Ippocrene, ed Europa rapita dal toro.
Sotto la quarta ed ultima statua, raffigurante Camaro, piccolo fiume messinese, è scolpita una porta della città con una immagine femminile rappresentante Messina in atto di invitare il fiume ad entrare; nelle formelle è narrata la morte di Frisso ed Elle sull’Ariete d’Oro mentre sprofondano nel mare.
A completamento della sua monumentale bellezza, otto mostri marini di pietra scura ravvivano con la diversa tonalità di colore l’impianto marmoreo.
Al centro un dado prismatico presenta agli angoli quattro sirene alate. Sempre di quattro figure si compongono i gruppi marmorei dei piani sovrastanti: i tritoni-cariatidi che fanno da base alla prima tazza, ornata di motivi rinascimentali e di Meduse idrofore, le cui chiome di anguille si intrecciano sull’orlo circolare della coppa; le Najadi, invece, con aggraziato movimento di danza reggono la seconda tazza.
Sul vertice di questa struttura piramidale si eleva Orione, con il fidato cane Sirio, la mano destra aperta in segno di saluto e la sinistra appoggiata allo scudo, sul quale è possibile distinguere lo stemma di Messina.
Andando a visitare la città per le vostre vacanze in Sicilia, vi assicuro che vi troverete davanti ad un monumento che emana una suprema eleganza stilistica e tanta armonia di forme; non a caso è stata definita dal Berenson “la più bella fontana del Cinquecento europeo”.
Il Museo Regionale
Non di minore importanza è il Museo regionale, dove è possibile apprezzare sarcofagi romani, busti, mosaici, tavole, sculture, argenti e oreficerie, manufatti del periodo normanno-svevo, e opere importanti quali il “Polittico di San Gregorio” di Antonello da Messina, l’ “Adorazione dei pastori” e la “Resurrezione di Lazzaro” di Caravaggio.
Le Chiese di Messina Da Vedere
Da visitare ancora nella splendida città di Messina sono: la Chiesa di San Giovanni di Malta, edificata nel secolo VI da San Placido, martire messinese, venne distrutta dai saraceni nel 541, e restaurata nel scolo X.; la Chiesa di San Francesco d’Assisi, anch’essa ricostruita dopo il terremoto del 1908, fu il primo tempio eretto dall’Ordine Francescano in Sicilia e nota ai messinesi come l’ ”Immacolata”, per la statua argentea della Vergine che vi si conserva; la Chiesa della Santissima Annunziata dei Catalani che rappresenta dal punto di vista architettonico, un esempio di stili diversi su un impianto tardo bizantino; e la Chiesa di Santa Maria Alemanna, completamente in rovina, senza tetto e senza facciata.
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