Il Mercato di Ballarò, a Palermo, è uno dei mercati più antichi delle città, forse il più antico: situato proprio al di fuori delle mura della città (perché così
Ballarò Mercato di Palermo: insieme al Mercato del Capo, ed al Mercato della Vucciria, è qui che anticamente si trovava tutto ciò che serviva per preparare: frutta, verdura, pesce, carne, … ma come nasce il mercato di Ballarò?
Palermo è una città dai mille volti, ha un lato storico nobiliare, elegante, che racconta un passato glorioso fatto di imperatori e regine, di sontuosi palazzi e di ricchi e potenti uomini di chiesa.
Ma non solo, perchè è entrando nelle viscere della città vecchia, all’interno delle mura di cinta, che si scopre la Palermo del popolo…
La Palermo che conserva il suo lato dedito al commercio e alla vendita per le strade e i vicoli cittadini.
Il simbolo per eccellenza di tutto ciò è il mercato di Ballarò.
Indice dei Contenuti
Ballarò: Mercato di Palermo
Ballarò è il mercato più antico della città, e si estende esattamente da piazza Casa Professa ai bastioni di corso Tukory verso Porta Sant’Agata, a pochi passi dalla Stazione Centrale.
Frequentatissimo da gente del quartiere e non, da turisti e da qualche tempo dai migranti, soprattutto nord africani e dello Sri Lanka, che hanno diciamo fondato un loro quartiere dei dintorni di Ballarò.
Per chi non ci è mai stato, ecco una descrizione dei luoghi e dei protagonisti di questo mercato, con un viaggio attraverso i cinque sensi. Siete pronti? Andiamo…
Visita al mercato di ballarò
Passeggiando per le vie di Ballarò la prima cosa che noterete sono i colori… centinaia di colori dati dalle bancarelle con frutta e verdura, e quelle con gli articoli di uso domestico…
Dalle “balate” (lastre di marmo) del pesce, dove troneggia il pesce spada e il tonno, che con la loro mole mettono paura alle umili sarde ai banchi a vetri con la carne, con i grossi quarti appesi all’esterno delle botteghe.
Questa pratica, che oggettivamente fa un po’ ribrezzo e che stupisce tanto i turisti, è frutto della tradizione semitica riguardante la macellazione rituale che prevede di fare scolare tutto il sangue dell’animale prima che le carni possano essere vendute.
Passiamo adesso per gli odori tipici di Ballarò…
Gli odori delle erbe aromatiche (alloro, basilico, prezzemolo, salvia, origano e rosmarino), che rappresentano gli ingredienti fondamentali della cucina mediterranea si contrappongono agli odori ed ai profumi delle spezie (pepe, peperoncino, curry, curcuma) donateci dagli arabi.
E poi l’odore dei cibi pronti come le patate e i carciofi bolliti in grandi pentoloni, cipolle arrostite, involtini di melanzane e di pescespada; ma soprattutto, il mio odore preferito, che puntualmente mi fa venire l’acquolina in bocca… l’odore delle panelle ( frittelle di farina di ceci) e cazzilli (crocchette di patate) appena fritti, caldi caldi, messi dentro profumatissime pagnotte.
Mmmm…Buonissimi!
Bancarelle di Ballarò
Passando per le bancarelle, le nostre orecchie saranno allietate (?) dal tipico “abbanniare”, che tradotto sarebbe il richiamo chiassoso dei venditori che con il loro caratteristico e colorito accento locale (vi preannuncio che se non siete muniti di dizionario non capirete nulla), cercano di attirare l’interesse dei passanti reclamizzando la buona qualità e il buon prezzo dei loro prodotti.
Per farvi capire di cosa sto parlando, l’ambiente è un po’ quello delle Medine arabe, d’altronde le origini sono quelle:
Ma non è finita qui… chi manca?
I nostri beneamati protagonisti.
Street Food
Oltre ai venditori di frutta, verdura, carne e pesce, caratteristici del luogo sono alcuni personaggi particolari che vendono prodotti anch’essi inconsueti.
Sto parlando dei: “purpari” ovvero i venditori di polipo appena pescato e bollito in acqua ben salata e servito su colorati piatti di ceramica, da mangiare rigorosamente con le mani (ecco che anche il tatto entra in scena!).
I “frittulara”, ovvero i venditori di frittola (grassi animali fritti nello strutto), facilmente riconoscibili per le loro grandi e capienti ceste sormontate da panni a quadri, piazzate su un tavolo o su una bancarella con le ruote…
I “quarumari”, ovvero i venditori di quarume (interiora di bovino bollite), che viene servita molto calda e ben salata.
Gli “stigghiulara” ovvero i venditori di stigghiole (deliziose budella di vitello arrotolate insieme allo scalogno ed arrostite sulla brace), facilmente riconoscibili perché preceduti dell’odore della brace e dalla tipica nuvola di fumo, tipo fungo atomico, che sovrasta la bancarella.
Non potevano mancare gli “sfinciunari” venditori ambulanti di sfincione che, appartenete alla famiglia della pizza, viene preparato con farina rimacinata e lavorata a lungo con olio d’oliva, a cui viene aggiunto un condimento di acciughe e pomodoro fresco con abbondante cipolla.
E per concludere i “meusari” e i “panellari” che vendono rispettivamente pane con la milza e pane con panelle e crocchette.
Per completare il nostro giretto nella animatissima piazza del mercato di Ballarò, vi accorgerete dalla presenza di osterie, dove si chiacchiera, si gioca a carte – possibilmente a scopa o a briscola – e ovviamente si beve, magari un bel bicchiere di zibibbo.
Siamo arrivati alla fine del nostro viaggio, in cui spero di avervi allietato con le dettagliate descrizioni che potrete benissimo appurare durante le vostre vacanze in Sicilia quando verrete in visita a Palermo.
Vi aspetto!