Si trova presso Piazza Peranni al Papireto, dove una serie di casupole di legno e lamiera, si dividono ai lati di una strada centrale, esattamente su due marciapiedi alberati.

Qui i rigattieri stazionano con la loro merce esponendo i propri oggetti all’interno e all’esterno della propria area, utilizzando come principale sostegno la presenza degli alberi, dando forma così a quello che ormai tutto il mondo conosce come il mercato delle pulci.

L’attraversamento stradale, vi consentirà di scrutare, cercare, mercanteggiare e acquistare di tutto: pezzi autentici, anticaglie, patacche, quadri, libri e soprattutto mobilio antico e ristrutturato con pezzi vecchi secondo un certo stile.

Potete trovare cassapanche, volgarmente dette “casciabbancu”, un mobile composto dalla cassa e dal sedile, o semplicemente “a cascia” che anticamente conteneva la biancheria da corredo; “bastunieri”(attaccapanni) di legno tornito, tavoli “tunni” e “mizzini”.

E ancora… Quadri con cornici dorate, statuette di bisqui, orologi di ogni tipo e d’epoca, lumi antichi a petrolio trasformati con tanto di portalampada e filo per la luce elettrica, “ducesse” (poltrone), librerie, “siggie” (sedie) di Vienna, lampadari, “sufà” (divano) foderati di “damasco”, angoliere, “funografi”, “scritturi” (scrivanie), “guardaroba” dove si conservavano i vestiti delle stagioni passate, stoviglie di uso giornaliero, letti di rame o di ottone con quattro “puma” dello stesso metallo o di vetro colorato, prevalentemente azzurro e ornato “o capizzu” di angeli, nastri e fiori dello stesso metallo.

Letti di lamiera smaltati con intarsi di madreperla, tipici dei primi del novecento siciliano,“tulette” con la “balata” di marmo e con lo specchio girevole, “rinalieri (comodini)  sicchi e luonghi”, “capizzali” con la sacra famiglia, acquasantiere, sedie a dondolo di legno curvato e impagliate con paglia di Vienna.

UN PO’ DI STORIA

Nasce nell’immediato dopoguerra, in un slargo venutosi a creare dopo la sistemazione ottenuta con la demolizione del reticolo murario cinquecentesco, oggi piazza Domenico Peranni, intitolata all’ex sindaco di Palermo.

Il periodo bellico ha favorito la nascita di questo mercato in quanto la gente per poter vivere, vendeva gli oggetti trovati tra le macerie e quelli di casa propria.

In particolare, la storia del mercato delle pulci palermitano, viene associata ad una data, gennaio 1949, e ad un uomo, Giuseppe Virruso, umile raccoglitore di ferro.

Egli un giorno si recò col suo carrettino nella dimora dei principi Lanza di Trabia a Terre Rosse, nell’attuale via Salinas, dove il factotum della famiglia, gli diede otto sacchi pieni di vecchi utensili di rame e 250 lire come regalia per portare via gli oggetti.

Il percorso da Terre Rosse a piazza Marmi fu faticoso, però quando il rigattiere scaricò il pentolame, in meno di due giorni riuscì a vendere tutto e a guadagnare più di 15 mila lire, la paga mensile di un muratore.

Così ogni pomeriggio Virruso iniziò a bussare ai portoni dei palazzi nobiliari del centro storico in cerca di oggetti usati da raccattare. Sulla sua scia si aggregarono altri due uomini:  Saro Occhipinti e Michele Savasta. Dopo due anni i tre furono costretti a lasciare piazza Marmo e occuparono l´area comunale del Papireto.

In brevissimo tempo i venditori diventarono dieci e sul finire degli anni Cinquanta si triplicarono. Con un salto di qualità: cominciarono a trattare tavoli e scrittoi del Settecento, ceramiche da farmacia del Seicento, dipinti di buona fattura, argenti sacri, cassettoni Luigi XIV.

Ancora oggi, dopo 60 anni di onorata carriera, i rigattieri aprono le loro “baracche” tutti i giorni, festivi compresi, dalla mattina fino al tramonto, per offrire ai visitatori e turisti la loro grande professionalità nel vendere.