Siracusa, situata in un felice ambiente naturale, lungo la costa sud-orientale della Sicilia, tra il capo di S. Panagia e la penisola della Maddalena, nella forma odierna appare divisa in due parti, che si possono chiaramente distinguere per tipologia edilizia e spessore storico: l’isola di Ortigia, luogo della città storica, e la città moderna, che con la sua caotica espansione si sovrappone alle eccezionali vestigia della città fino all’altopiano dell’Epìpoli.
Già definita da Cicerone “la più grande e bella di tutte le città greche“, dal 2005 assieme alla necropoli rupestre di Pantalica è stata dichiarata Patrimonio dell’umanità dall’UNESCO.
Visitare Ortigia, l’anima di Siracusa, é un’esperienza piacevole e insieme profonda: un lungo viaggio in appena un chilometro quadrato, tra templi greci e chiese cristiane, palazzi svevi, aragonesi e barocchi, cortili, vicoli arabi, botteghe, modeste abitazioni e grandi edifici pubblici e meravigliose piazze. Un quartiere ebraico e la sinagoga trasformata in chiesa Cattolica. Strade animate e vicoli solitari. La Fonte Aretusa, luogo legato al mito. I ristoranti, caffè, librerie e negozi.
La Galleria Regionale di Palazzo Bellomo, che espone opere di Antonello da Messina e Caravaggio. L’Istituto del Dramma Antico. Un sorprendente Museo del Cinema.
A Ortigia si respira la storia. Quasi ovunque vedi una peculiare impronta barocca, data dalla ricostruzione settecentesca della città dopo il terremoto del 1693 e, già dal secolo precedente, dall’opera dei Vermexio, famiglia illustre di architetti siracusani.
La città moderna ha inglobato parte del patrimonio archeologico della città come le Latomie dei Cappuccini, la Chiesa e le Catacombe di San Giovanni Evangelista, il Santuario di Demetra e Kore.
Un po’ isolato, il Parco della Neapolis – con il Teatro Greco, l’Anfiteatro Romano, l’Ara di Ierone II, le Latomie del Paradiso e di Santa Venera, la Grotta dei Cordàri e l’Orecchio di Dionisio – riesce a dare le suggestioni di un luogo dove ancora natura, storia e mito s’incontrano.
La vita culturale cittadina è conosciuta soprattutto per il ciclo biennale di spettacoli classici che hanno il loro spazio scenico nel Teatro Greco. Antico luogo di culti diversi, Siracusa mantiene un’intensa religiosità nella devozione alla Madonna (cui è stato dedicato di recente il grande Santuario della Madonna delle Lacrime) e a Santa Lucia, patrona della città.
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Indice dei Contenuti
Castello Maniace – Siracusa
La storia del Castello Maniace
Nel basso medioevo l’Imperatore Federico II ne ordinò la costruzione che venne realizzata tra il 1232 e il 1240. Si hanno tracce certe anche grazie a lettere inviate da Federico IIall’incaricato della costruzione Riccardo da Lentini nel 1238 in cui l’Imperatore si compiaceva per come l’incaricato seguiva l’andamento della costruzione del Castello.
Nelle stesse lettere rassicurava Riccardo da Lentini rispetto al materiale da questo richiesto, vino, formaggio, companatico, scarpe ed altro, specificando che a questo avrebbe provveduto il tesoriere di Messina e che presto tutto gli sarebbe stato consegnato.
Da queste missive si comprende anche chi lavorava alla costruzione:
- Operai Saraceni, specializzati e liberi, regolarmente retribuiti per la loro opera
- Servi che dovevano lavorare alacremente senza retribuzione alcuna.
Successivamente, nel 1273, sotto gli Angioini, il Castello, denominato “Castrum Siragusie, è censito come Patrimonio Regio.Gli Aragonesi erano interessati a conquistare Siracusa e si svolsero dure battaglie in cui il Castello fu protagonista nella difesa della Città.
Andiamo avanti con il tempo e vediamo il Castello utilizzato come prigione per buona parte del 1400. Lo stesso Castello viene ulteriormente fortificato verso la fine del XVI Secolo, viene costruita una cinta muraria a difesa di Siracusa e in questo il Castello assume un ruolo nodale.
Il 5 novembre del 1704 il Castello subisce un grave incidente: il deposito di munizioni esplode e questa esplosione è talmente devastante da proiettare a distanza di molti chilometri blocchi del Castello stesso. Negli anni successivi si ricostruisce almeno parzialmente quanto distrutto.
In era Napoleonica, il Castello riprende vita come struttura non solo difensiva e viene dotato di bocche da cannone. Il Castello viene infine messo nelle mani del Regno dei Savoia.
Il Castello Maniace oggi
Il Castello Maniace ha mantenuto la sua funzione militare fino alla seconda guerra mondialecome deposito di materiale militare ma oggi ha assunto una funzione museale: sono state allestite nel 2015 due sale, di cui una adibita alla storia del Castello, l’altra raccoglie reperti in ceramica e maioliche trovate nel corso degli scavi nel Castello.
Ovviamente il Castello Maniace, a Siracusa, è visitabile, dal martedì a Domenica dalle 9 alle 13 con ingresso consentito fino a mezz’ora prima della chiusura. Se desideri maggiori informazioni puoi trovare tutto sul sito (http://www.castellomaniace.it/).
Il Tempio di Apollo a Siracusa
Parliamo di un tempio di stile dorico, con un periptero, cioé contornato totalmente con colonne in pietra monolitiche. Databile intorno al VI Sec. a .C., è edificato sull’Isola Ortigia, nei pressi dell’attuale Piazza Pancali ed è il Tempio più antico della Sicilia.
Come tutti gli altri Templi ellenici in Sicilia, è orientato ad est, verso la Madrepatria. Probabilmente a quei tempi avevano qualche problema di misurazione, poiché le colonne, secondo una ricostruzione sulla base di evidenze archeologiche, erano posizionate in maniera imprecisa, con una distanza irregolare tra loro.
Chi era Apollo?
Tra le varie Divinità dei Greci, Apollo, figlio di Zeus e di Latona, era identificato come il Dio del Sole che trainava il carro, su cui era il Sole stesso, attraverso il cielo facendolo muovere dall’alba al tramonto. Non solo, Apollo era anche il Dio di tutte le Arti, della Musica, della Poesia e delle arti mediche.
Non deve stupire, quindi, che venisse considerato come una delle Divinità più importanti. In seguito fu venerato anche nella Religione Romana e si trovano tracce di Apollo anche nella religiosità degli antichi Etruschi. Proprio per questa sua alta considerazione come Divinitàpresso i Greci gli vennero dedicati Templi come quello di Siracusa.
Declino e riscoperta del Tempio di Apollo
Dopo il periodo esaltante ellenico, il Tempio di Apollo divenne una chiesa Bizantina e successivamente anche Moschea Islamica con la conquista da parte degli Arabi.
Infine anche i Normanni misero mano sovrapponendo una loro Chiesa, la Chiesa normanna del Salvatore. Dopo i Normanni il tutto fu inglobato in una caserma spagnola e se ne persero le tracce.
Occorre attendere molti secoli perché venisse riscoperto all’interno della caserma spagnola, fatto avvenuto nel 1860 ma sarà riportato alla luce soltanto negli anni tra il 1938 e il 1942.
Il Tempio di Apollo contava in tutto 46 colonne in pietra monolitica, molto probabilmente portate fino a Siracusa via mare. Fu un’opera pioneristica, ritenuta dagli stessi costruttori talmente eccezionale che l’architetto, o il committente, volle porre una dedica scritta al Dio Apollo. Questa è una cosa unica, in nessun altro Tempio ellenico si ritrova una dedica o una firma dell’architetto.
Il Tempio di Apollo è aperto a visite 24 ore su 24, i picchi di visite si registrano in tarda mattinata fino alle prime ore del pomeriggio e poi intorno alle ore 19/20, quindi puoi programmarti l’orario di visita secondo i tuoi desideri.
Il Duomo di Siracusa
Il Duomo di Siracusa sorge sulla parte più elevata dell’isola di Ortigia, nella omonima piazza a sinistra, su quello che era un tempio dedicato ad Athena, le cui possenti colonne greche sono ancora perfettamente visibili sia all’esterno che all’interno della chiesa.
L’ingresso è preceduto da una gradinata fiancheggiata dalle statue dei Ss. Pietro e Paolocreate dallo scultore Ignazio Marabitti.
Il terremoto del 1693 causò vari danni, tra cui il crollo della facciata, ricostruita dall’architetto palermitano Andrea Palma fra il 1728 e il 1754. Il prospetto presenta due ordini sovrapposti ed è caratterizzato da maestose colonne corinzie a tutto tondo. Nelle nicchie sono visibili le statue di S. Marziano, della Vergine del Piliere e di Santa Lucia, tutte della seconda metà del settecento ad opera del Marabitti.
Si entra nel vestibolo, ricavato dal raddoppio della facciata; lo spazio breve e allungato, si arricchisce di preziosi elementi decorativi; oltre alla ricca cancellatadell’ingresso fanno riscontro le grandi colonne tortili della porta centrale, ornata da viticci, e le due porte laterali, sormontate da finestre e da due profonde nicchie che accolgono le due statue di santi domenicani.
L’interno è a tre navate e a impianto basilicale. La navata centrale è coperta da un cinquecentesco soffitto ligneo a travature scoperte. Il pavimento, marmoreo e policromo, fu voluto dal vescovo Bellomo e realizzato nel 1444.
Il lato destro della navata è delimitato dalle colonne del tempio, che oggi danno accesso alle cappelle. La prima cappella, sempre sulla destra, accoglie il Battistero dove è conservato un bel fonte battesimale, formato da un vaso marmoreo di età normanna sostenuto da sette leoncini di bronzo del XIII secolo.
Dopo il Battistero segue la cappella di Santa Lucia, chiusa verso la navata da cancelli di ferro battuto, presenta sull’altare un bel paliotto (pannello decorativo) di lamina d’argento del Settecento. Nella nicchia è conservata la splendida statua d’argento della santa a opera di Pietro Rizzo (1599), sorretta da una cassa con 6 bassorilievi che ne rappresentano la vita.
La successiva è la cappella del Sacramento. Entro cancelli di ferro battuto, è rivestita da un ricco paramento architettonico di calcare con colonne corinzie; la volta con affreschi di Agostino Scilla, presenta le Scene del Vecchio Testamento; l’altare presenta un paliotto marmoreo con l’Ultima Cena.
La Cappella del Crocifisso, in fondo alla navata destra, accoglie una tavola con San Zosimo, forse di Antonello da Messina e all’altare principale c’è una croce di legno in stile bizantino.
Prima di raggiungere la navata di sinistra si passa dal Presbiterio dove del 1659 venne sistemato un grandioso altare barocco che ha per mensa un monolito della trabeazione del tempio; dietro all’abside c’è una grande tela con la Natività di Maria, a cui è dedicata la chiesa.
Fra le altre opere d’arte conservate in Duomo, spiccano le molte statue dei Gagini, tra cui quella della Madonna col Bambino (di Domenico) e di Santa Lucia (di Antonello), tutte lungo la navata laterale sinistra, e la Madonna della Neve (di Antonello) si trova invece nell’abside alla sinistra del Presbiterio.
Sempre lungo questa navata è possibile ammirare, incastrate nella parete, le dieci colonne doriche del tempio di Atena.
Siracusa – Ortigia Mai Vista (Video
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