Le prime notizie riguardanti un casale detto Palazzo Adriano risalgono al tempo dei Vespri Siciliani (1282). Tuttavia il paese, rimasto praticamente disabitato durante il XIV sec. fu ripopolato nel XV sec. da una colonia militare di Albanesi e dalle loro successive ondate migratorie in seguito all’invasione dell’Albania da parte dei Turchi.
Il Comune di Palazzo Adriano, conservò a lungo, attraverso i secoli, cinque autonomie: amministrativa, giudiziaria, economica, religiosa e militare, di origine balcanica, permesse e riconosciute dalla legislazione del regno meridionale.
Il massimo sviluppo socio-politico di questo paese si ebbe nel sec. XIX quando un’organizzazione di campieri palazzesi si insediò nei feudi di quasi tutta la Sicilia ed arrivò ad esprimere figure di primissimo piano in campo nazionale, la più importante delle quali fu Francesco Crispi.
Questi, originario di Palazzo Adriano, con l’aiuto di vari altri suoi compaesani, appoggiò e sostenne nella fase iniziale la Spedizione dei Mille, monopolizzò le posizioni della Sinistra Nazionale col giornale “La Riforma” e riuscì ad estendere parecchie delle autonomie e tradizioni del suo paese di origine, a tutta l’Italia, avviandone per primo la democratizzazione.
Gli abitanti di Palazzo Adriano grazie alle ampie libertà consentite dalle loro strutture sociali e religiose, con il loro spirito fiero e combattivo rivendicarono in campo religioso, civile e politico, l’autonomia di varie iniziative.
Esse permisero sia ai Fasci Siciliani, le cui principali manifestazioni ebbero origine da questo paese (1893), sia, in seguito, alla nascente democrazia cristiana del tempo di Leone XIII, di organizzare i primi scioperi cattolici e pacifici di rilievo nazionale attraverso la Lega Cattolica dell’Arciprete Giovanni Alessi (1901), la cui eredità fu raccolta da Luigi Sturzo.
Testimonianze tangibili dell’avvio della storia di Palazzo Adriano si trovano nell’elemento urbanistico originale di natura militare difensiva del paese consistente in cunei di case che si addentrano in piazze previste come campi di battaglia.
Questi cunei si trovano tuttora in Piazza Umberto I, sul colle di S. Nicola e nella Piazzetta Garibaldi. Il paese, infatti, caso unico in Europa in questo periodo (XVI-XVIII sec.) assieme agli altri paesi siculo-albanesi di origine militare, da esso derivanti, si sviluppò in forma di nuclei difensivi consecutivi, forniti di porte d’ingresso, costituite dagli attuali archi sotto i quali si trova in genere l’immagine della Madonna protettrice.
Essi sono circondati in forma di mura da file di case con rare strade di accesso. Il più completo di questi nuclei è il cuneo della Piazza Umberto I che si stende fino al quartiere detto «Cittadella» circondato da fiumi, all’interno del quale nel cortile detto dei Fabbri, c’erano delle fabbriche di armi dalle lame rinomate.
La prima ondata di Albanesi, che arrivò a Bisir nel 1448 e si inoltrò verso l’interno sostando a Contessa Entellina, a Palazzo Adriano e a Mezzoiuso, era composta da militari, le cui sistemazioni di tende prima, e di case dopo, venne fatta secondo un piano militare.
D’altra parte vennero qui con la guerra negli occhi e la morte pronta ad inseguirli, quindi era necessario salvaguardare la propria vita e quella dei familiari costruendo delle strutture adeguate e sicure per difendersi da eventuali attacchi.
Tratto dal sito Ufficiale del Comune di Palazzo Adriano: http://www.comune.palazzoadriano.pa.it/